La prima è praticata da professionisti che utilizzano grosse imbarcazioni attrezzate per trascinare le reti sul fondo del mare imprigionando nelle sue maglie il pescato. La seconda praticata è da professionisti ma anche da semplici appassionati che usano imbarcazioni di medie dimensioni per calare sul fondo centinaia di metri di rete con lo scopo di imprigionare pesci e crostacei di passaggio. Questi tratti di rete vengono recuperati dopo alcune ore di permanenza.
In entrambi i casi bisogna essere dei buoni conoscitori del fondale per non incagliare le reti sugli scogli, in questo caso bisognerebbe tagliare e abbandonare un tratto di rete sul fondo con gravi danni per l’ambiente marino. Ad oggi questi due importanti tipi di pesca decidono il futuro dell’intero ecosistema marino, in quanto sbagli dovuti ad indifferenza o mancanza di professionalità possono desertificare grandi tratti di mare non concedendo più a nessuno di beneficiarne